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Serafino Maiorano a Tornabuoni Arte di Martina Cavallarin

…Nel lavoro di Maiorano esistono influenze di più mezzi tecnici e la contaminazione avviene attraverso obiettivo, assemblaggio digitale e colpi di colore. La sua sfida è ricostruire e decostruire l’immagine fotografica secondo modelli di illusione pittorica, saturandola di stereotipi visivi e culturali. In tal modo la resa è una sotterranea trasgressione ed una sottile ribellione. Una paradossale combinazione di spazio, quello dell’icona, e del tempo, la fissità che imprigiona un eterno presente, mescolati ad un approfondimento “manuale” che ci pone di fronte ad una verità ipotetica…
…Esponente tra i primi dell’arte digitale Maiorano attinge alla realtà sociale che lo circonda, alla vita quotidiana, alle strutture delle città italiane ed europee, agli interni abitati dalla collettività ed infine, ma con costanza, ai segni e alle presenze dei luoghi familiari…
… La sapienza di Maiorano sta nel frequentare di continuo il bilico della soglia, nella capacità di mettere di fronte ed amalgamare diverse arti, fotografia e pittura, per impegnarsi in composizioni destinate ad esprimere una gamma di emozioni e movimenti che vanno ben oltre la capacità tecnologica e manuale. Ciò che trapela è filtrato dalla luce cadenzato da bianchi e neri, da fughe prospettiche e bagliori accecanti. La mise en scene non è reale, non esiste una preparazione scenografica o una predisposizione di set cinematografico. Esiste un’atmosfera che Maiorano costruisce ed integra nel suo studio per ricomparire, composta ed inquietante, nel gioco illusionistico dell’opera finale. L’effimero si propone come una rivendicazione, come un modo per far vacillare la memoria, statuto estetico incerto, all’incrocio tra molteplici discipline, allargato nei confini dell’arte per mettere in forse la sopravvivenza stessa delle categorie tradizionali e consuete…
…Le teorie presenti nell’arte si scontrano ma, nel contemporaneo, la tendenza è coesistenza di convenzioni, memoria del luogo, delle idee e del corpo, ricordi di gesti antichi e pratiche tecnologiche in quello che è lo sconfinato universo dell’eclettismo.
Il pensiero complesso, post-strutturalista, di Foucault e Derrida, nell’arte esprime il disordine del mondo contemporaneo e l’inconsistenza delle azioni umane. La parola chiave è decostruzione, ovvero linee sovrapposte, azioni non convenzionali, elaborazioni computerizzate, pratica pittorica, fotografica. In questo senso il codice linguistico di Maiorano gode di una purezza senza inganni, una lentezza misurata raccordata a stilemi originali e pratiche collaudate che lo collocano di diritto tra gli artisti europei contemporanei dallo sguardo più ampio e vertiginoso.

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